Beato Angelico,
Annunciazione, 1440, Firenze |
8
Dicembre
"No, non fu neutrale. Basta
leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata. Ha preso
posizione, cioè. Dalla parte dei poveri, naturalmente. Degli umiliati e
offesi di tutti i tempi. Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli
esclusi dalla forza del destino. Di tutti coloro, insomma, che non contano
nulla davanti agli occhi della storia.
Non mi va di avallare certe interpretazioni che favoriscono una lettura
puramente politica del Magnificat, quasi fosse, nella lotta continua tra
oppressi e oppressori, una specie di Marsigliese «ante litteram» del fronte
cristiano di liberazione. Significherebbe ridurre di gran lunga gli
orizzonti dei sentimenti di Maria, che ha cantato liberazioni più profonde e
durature di quelle provocate dalle semplici rivolte sociali. I suoi accenti
profetici, pur includendole, vanno oltre le rivendicazioni di una giustizia
terrena e scuotono l'assetto di ben più radicali iniquità.
Sta di fatto, però, che sul piano storico Maria ha fatto una precisa scelta
di campo. Si è messa dalla parte dei vinti. Ha deciso di giocare con la
squadra che perde. Ha scelto di agitare come bandiera gli stracci dei
miserabili e non di impugnare i lucidi gagliardetti dei dominatori.
Si è arruolata, per così dire, nell'esercito dei poveri. Ma senza roteare le
armi contro i ricchi. Bensì, invitandoli alla diserzione. E intonando, di
fronte ai bivacchi notturni del suo accampamento, perché le udissero
dall'altro, canzoni cariche di nostalgia.
Ha esaltato, così, la misericordia di Dio. E ci ha rivelato che è partigiano
anche lui, visto che prende le difese degli umili e disperde i superbi nei
pensieri del loro cuore; stende il suo braccio a favore dei deboli e fa
rotolare i violenti dai loro piedistalli con le ossa in frantumi; ricolma di
beni gli affamati e si diverte a rimandare i possidenti con un pugno di
mosche in mano e con un palmo di naso in fronte." -- Don Tonino Bello |