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Dicembre
"Oggi più di ieri,
pretenziosi tappeti rossi vengono srotolati per il sovrano consumatore.
Patetici e goffi babbi natale insaccati in rossi costumi e ridicoli
cappucci, in compagnia di veline e majorettes parimenti incappucciate,
invitano alla frequentazione di negozi ed empori, di vinerie e di
rosticcerie: comprate! Vastissimi supermercati e artefatti mercatini
tradizionali attendono tutti con un diluvio di lucine e, in queste nostre
terre cristiane (?!) i più le confondono con la Luce, quella vera che “viene
in questo mondo e le tenebre non hanno compreso”.
Vien voglia di spostare la festa dal 25 dicembre al 6 gennaio, in armonia
con le sante chiese d’Oriente e con quelle povere e antiche d’Africa.
Lasciamo quella profana delle lucine ai mercanti che l’hanno ipotecata da e
per gran tempo e facciamo quella cristiana: il Natale della Parola
Incarnata: “Luce per illuminare le genti, Luce vera senza tramonto”.
È davvero necessario riprenderci il senso vero del Natale cristiano! E’ il
primo atto di una grande vicenda. La scena non si fermi alla gioiosa cavità
rocciosa di Betlemme, ma vada fino a quella fatta scavare nella roccia da
Giuseppe di Arimatea e rimasta vuota perché Cristo è risorto, è veramente
risorto. Le immagini come in una dissolvenza si trasformino: la culla, la
bottega da falegname, le giare d’acqua mutata in vino, il monte delle
beatitudini, l’orto del sudore di sangue, la Croce, il sepolcro vuoto, il
Risorto. È Natale!
Il Natale sia anche poesia, leggera e leggiadra, con la neve, gli aceri, i
tramonti, le stagioni, i mulini a vento e tante altre immagini suggestive e
delicate.
Il Natale è anche occasione per spargere auguri (come il seminatore spargeva
la semente) che talvolta riannodano antiche amicizie dal tempo sfilacciate,
è anche solidarietà, anche tenerezza, anche accoglienza, anche…
Purché sia anche." -- Aldo Ungari, scrittore
contemporaneo italiano |