Hugo van der Goes, Adorazione del Bambino, 1476, Uffizi, Firenze

17  Dicembre

"Il pontefice ci invita a mantenere viva la tradizione del Presepe: «Può aiutare a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell'umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale da ricco che era, si è fatto povero per noi. La sua povertà arricchisce chi la abbraccia e il Natale reca gioia e pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le parole dell'angelo: 'Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia'. Non c'e' altro Natale,  anche per noi, uomini e donne del Duemila».
Ed, invece, se ci guardiamo attorno, nelle vetrine addobbate a festa e sulle vie della nostra città, niente parla per noi:
«Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia», al contrario tutto parla di "consumo": dolci, panettoni, torroni, babbi natali, illuminazioni colorate, musiche che invitano all'acquisto, ecc. Anzi, a volte penso che il nuovo Impero Romano, la nostra società dei consumi, con destrezza ed abilità, abbia sottratto alla Chiesa la festa di dicembre, celebrando nuovamente la "sua" festa del dio Sole, attraverso la sfrenata corsa allo shopping natalizio, a detrimento del Sole Gesù Cristo.
Ora sono convinto che ognuno di noi, nel profondo del cuore, vorrebbe non scegliere il regalo perfetto, ma un'emozione perfetta da donare a chi amiamo. E l'emozione può essere data non solo dagli oggetti ma anche dai pensieri: una lettera che parli al cuore, una foglia speciale trovata in natura, un oggetto creato dalle nostre mani come segno per "abbracciare" il nostro prossimo, possono più di qualsiasi altro regalo comprato in un negozio, suscitare l'emozione del prossimo. Perché come dice la pubblicità di mastercard, certe cose non si possono comprare.
Se è vero che da ogni cosa si può trarre ispirazione per una preghiera, mi viene da pregare così: Signore, in questo natale, dammi una mano in modo che fra tutte queste cose io almeno possa dire: Fa che porti dolcezza dove la vita sa di amaro, che porti calore e amicizia dove c'è fredda solitudine. Padre buono, fa che sia segno di pace nelle case dove abita unicamente odio e che possa scaldare del senso di vivere i cuori infreddoliti dalla morte dell'indifferenza. Amato Gesù fa che conoscendo me, gustino Te!" --
Don Mario Pellegrino, parroco della Parrocchia di Santa Helena, Stato del Maranhao, Brasile