Giovanni Benedetto Castiglione,
detto il Grechetto, Natività, 1645, Genova |
19
Dicembre
"Giustamente noi cerchiamo
di approfondire il mistero della fede, cerchiamo di leggerlo in tutte le
pagine della Scrittura, lo abbiamo declinato lungo vie talora tortuose. Ma
la fede, ripeto, è semplice, è un atto di abbandono, di fiducia, e dobbiamo
ritrovare questa semplicità. Essa illumina tutte le cose e permette di
affrontare la complessità della vita senza troppe preoccupazioni o paure.
Per credere non si richiede molto. Ci vuole il dono dello Spirito Santo che
egli non fa mancare ai nostri cuori e da parte nostra occorre fare
attenzione a pochi segni ben collocati. Guardiamo a ciò che successe accanto
al sepolcro vuoto di Gesù: Maria Maddalena diceva con affanno e pianto:
«Hanno portato via il Signore e non sappiamo dove l’hanno posto». Pietro
entra nel sepolcro, vede le bende e il sudario piegato in un luogo a parte e
ancora non capisce. Capisce però l’altro discepolo, più intuitivo e
semplice, quello che Gesù amava. Egli «vide e credette», riferisce il
Vangelo, perché i piccoli segni presenti nel sepolcro fecero nascere in lui
la certezza che il Signore era risorto. Non ha avuto bisogno di un trattato
di teologia, non ha scritto migliaia di pagine sull’evento. Ha visto piccoli
segni, piccoli come quelli del presepio, ma è stato sufficiente perché il
suo cuore era già preparato a comprendere il mistero dell’amore infinito di
Dio.
Talora noi siamo alla ricerca di segni complicati, e va anche bene. Ma può
bastare poco per credere se il cuore è disponibile e se si dà ascolto allo
Spirito che infonde fiducia e gioia nel credere, senso di soddisfazione e di
pienezza. Se siamo così semplici e disponibili alla grazia, entriamo nel
numero di coloro cui è donato di proclamare quelle verità essenziali che
illuminano l’esistenza e ci permettono di toccare con mano il mistero
manifestato dal Verbo fatto carne. Sperimentiamo come la gioia perfetta è
possibile anche in questo mondo, nonostante le sofferenze e i dolori di ogni
giorno." -- Cardinale Carlo Maria Martini sj |