Via Crucis

La Via Crucis celebrata in parrocchia l'8 aprile 2022

Preghiera iniziale della Via Crucis

La croce è per noi il ricordo della passione, morte e risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo. Segno di dolore e di apparente sconfitta, ma è soprattutto segno di vittoria sul male e sulla morte, segno dell'amore di Gesù per noi. Gesù. Figlio di Dio, proprio morendo sulla croce ci dimostra il suo amore e l'amore del Padre che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito. Anche noi, come i cristiani di ogni tempo, mettiamoci in cammino dietro la Croce, per trovare in Gesù, morto e risorto per noi, vita nuova e benedizione.

C.     Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R.     Amen.

Gesù,
mettendoci in cammino con la tua croce, vogliamo fissare il nostro sguardo sul tuo Volto sfigurato e ricolmo d’amore.
Lo facciamo in questo momento della storia, chiamati a camminare insieme, a metterci in ascolto, a lasciarci suggerire dallo Spirito il modo per essere al passo dell’uomo, seguendo i tuoi passi.

Essere in cammino sinodale significa procedere insieme, e far sì che la nostra comunità possa uscire sempre più per le strade di questo territorio dove siamo chiamati a testimoniarti. Portare il tuo Amore, accogliere, custodire…

Aiutaci, Signore, a vivere questa Via Crucis incarnandola nelle nostre vite, perché insieme salendo sul Calvario, possiamo sperimentare la morte con Te per poi vivere la Bellezza della Pasqua.

I^ Stazione - Gesù è condannato a morte

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. (Mc 15,12-13.15).

Meditazione

La condanna a morte di Gesù è l’emblema dell’ingiustizia, sembra facilissima da riconoscere.
Eppure molte volte noi siamo qualcuno nella folla: non abbiamo le idee chiare su cosa stia accadendo, non ci siamo informati, ci facciamo convincere da chi urla di più, ripetiamo per sentito dire, abbiamo altro da fare e a cui pensare. Ci comportiamo come se la faccenda non ci riguardasse, come se non ne fossimo responsabili.
Molte volte siamo noi Pilato: ci rendiamo conto che si sta compiendo un’ingiustizia, ma schierarci dalla parte dell’oppresso ci esporrebbe, ci costa fatica, potrebbe essere pericoloso, non ce ne viene nulla, comprometterebbe la nostra tranquillità. Ci conviene non farci carico della situazione, come se non ne fossimo responsabili.

A volte siamo Barabba: un’ ingiustizia compiuta da altri ci fa comodo, magari ne traiamo beneficio e ci conviene non farci troppe domande, non pensare a chi paga il prezzo della nostra fortuna. La nostra tranquillità, la nostra carriera, la nostra salute, la nostra vita vale di più di quel che succede a qualcun altro, come se non ne fossimo responsabili.
A volte nel vociare del dibattito, nella ricerca dei torti e delle ragioni o nell’indifferenza, ci interessiamo più della battaglia di opinioni che della vita delle persone coinvolte, che rimangono in secondo piano, senza voce, come se non ne fossimo responsabili.

Invocazioni

Signore, dacci la gioia di sentirci responsabili delle persone e del mondo intorno a noi. Ascoltaci, o Signore.

Signore, ispiraci nell’impegno di leggere e comprendere la realtà per riconoscere le ingiustizie. Ascoltaci, o Signore.

Signore, smuovici dalle nostre comodità e dalla nostra convenienza per mettere la nostra vita a servizio dell’altro. Ascoltaci, o Signore.

Signore, aiutaci a vedere l’uomo, al di sopra di ragioni o torti. Ascoltaci, o Signore.

Enrica e Luca

C.  Padre nostro ...

II^ Stazione - Gesù è caricato della croce

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. (Mt 27, 27-31).

Meditazione

Signore Gesù, Tu porti e sopporti chi Ti deride e Ti percuote, chi Ti insulta, chi Ti carica sulle spalle una croce che certo non meriti; hai accettato la croce dalle mani degli uomini per fare di essa il segno tangibile dell’amore salvifico di Dio per tutti noi.

Hai preso sulle Tue spalle la nostra, le nostre croci, sfidandoci ogni giorno con la potenza del Tuo amore, insegnandoci che solo abbracciando ogni giorno le nostre croci, solo intravedendo in esse la salvezza e non la morte, solo aiutandoTi a portarla, sentiremo la gioia di saperci corredentori con Te, Gesù.

Invocazioni

Signore insegnaci ogni giorno ad aiutarTi a portare la Croce! Ascoltaci o Signore.

Signore, che ci hai salvati per mezzo della Croce, aiutaci a non lamentarci e a non scoraggiarci mai!  Ascoltaci o Signore.

Signore, aiutaci ad abbracciare con Fede le nostre piccole e grandi croci! Ascoltaci o Signore.

Signore, nel mistero della Croce rendici veri testimoni della Tua Redenzione! Ascoltaci o Signore.

Daniel & Daniela

C.  Padre nostro ...

III^ Stazione - Gesù cade la prima volta

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero. (Matteo 11, 28-30).

Meditazione

La scrittura non ci riferisce delle cadute di Gesù sotto il peso della croce ma la tradizione religiosa e teologica ci hanno consegnato una pietà consolidata che ci invita a  meditare su Gesù che assume su di sé i nostri peccati e genera per noi la salvezza di una vita nuova.

E in sere come questa, o come quelle del Venerdì Santo,  abbiamo molte volte provato a portarci lì, lungo la via della croce: aiutati forse, o distolti, dalle tante trasposizioni cinematografiche e raffigurazioni pittoriche  abbiamo cercato il volto di Gesù coperto di sangue, visto le ginocchia piegarsi lungo la salita verso il Golgota, immaginato le spalle curve e escoriate dal legno certo non levigato della croce. E intorno a lui la folla: curiosa, urlante, deridente, crudele ma anche addolorata e sconvolta, forse incredula e dubbiosa.

Quante volte, lungo la nostra strada sperimentiamo battute d’arresto che ci sembrano insopportabili, che ci consegnano a un angoscioso senso di fragilità, incrinano certezze e determinazione. All’improvviso ci sentiamo inadeguati, tentenniamo nell’affidarci, esitiamo a credere e cadiamo sotto il peso della nostra umanità.

Invocazioni

Signore, che sei caduto sotto il peso della croce, rafforza la nostra fede, così che anche il nostro giogo sia dolce e il nostro peso leggero. Signore, dona a noi il tuo ristoro.

Signore, che sei caduto sulla via della Croce, sostieni chi inciampa nel suo cammino . Signore, dona a noi il tuo ristoro.

Signore, che sei mite e umile di cuore, allontana da noi l’illusione di poter fare da soli e la rabbia di sentirci impotenti di fronte alle difficoltà e alla sofferenza . Signore, dona a noi il tuo ristoro.

Signore, che ti sei rialzato a hai ripreso il tuo cammino, donaci di ricominciare insieme a Te. Signore, dona a noi il tuo ristoro.

Cristiana & Alessandro

C.  Padre nostro ...

 

IV^ Stazione - Gesù incontra sua madre

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. (Lc 2,34-35.51b).

Meditazione

O Maria, madre nostra sofferente. Tu sei la madre del dolore, perché indicibile è il dolore nel vedere il proprio figlio soffrire! "Una spada che trapassa il cuore".

Mentre i discepoli non vogliono guardare, Tu sei lì con Gesù, fino all'ultimo respiro. Tu sai che questo strazio è per la salvezza del mondo. Insegna anche a noi a restare. A farci piccoli, ad aggrapparci alle piccole e grandi croci delle nostre vite. A stare con Gesù, soprattutto nei momenti più difficili, quando vorremmo scappare! A farci prossimi a questo dolore, ad accoglierlo, a offrire le nostre sofferenze a Cristo tuo Figlio, che sulla croce si fa carico di tutti i nostri peccati, con amore e per amore. Per la salvezza del mondo.

Invocazioni

Signore, insegnaci il silenzio costruttivo di Maria, che tace ed ama, e rendici simili a Lei nell'accogliere le prove che permetti e restare fedele anche sotto la croce! Ascoltaci o Signore.

Signore, guida noi padri e madri nell'accompagnare i nostri figli sulla Tua strada, la strada della fede. Ascoltaci o Signore.

Signore, rendici capaci di seguirti sempre, sulle vie della gioia e su quelle più tortuose. Ascoltaci o Signore.

Signore, insegnaci ad accogliere le nostre piccole croci quotidiane e ad offrirle a Gesù Salvatore. Ascoltaci o Signore.

Davide & Ludovica

C.  Padre nostro ...

V^ Stazione - Gesù è aiutato da Simone di Cirene

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Lc 23,26).

Meditazione

Simone di Cirene, mentre tornava dalla campagna, dopo una mattina di lavoro e di fatica fisica, viene caricato della croce di Gesù. Lui, ignaro di ciò che stesse succedendo, viene costretto ad aiutare un condannato a morte, che forse neanche conosce. Forse Simone di Cirene rappresenta tutti noi quando all’improvviso ci arriva una difficoltà, una prova, una malattia, un peso imprevisto. Perché? Perché proprio adesso?

Simone di Cirene è stato il primo a mettere letteralmente in pratica quell’invito di Gesù, che lo stesso Vangelo di Luca ricorda (Lc 9, 23 – 25): "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà."

Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? Ma se è vero che il Cireneo porta la croce, è altrettanto vero che Gesù gli cammina accanto: un invito quindi a non scoraggiarci, a nutrire speranza anche nelle prove della vita.
Gibran in “Gesù il figlio dell’uomo” immagina Simone di Cirene che racconta l’incontro con Gesù. "Bevi anche tu questo calice? Vi accosterai le labbra insieme a me fino alla fine dei tempi". Così dicendo pose la mano sulla mia spalla libera. E procedemmo insieme verso la Collina del Cranio. Ma io non sentivo più il peso della croce. Sentivo solo la sua mano. Come ala di uccello sulla mia spalla.

Il Cireneo ci ricorda pure i tanti volti di persone che ci sono state vicine nei momenti in cui una croce pesante si è abbattuta su di noi o sulla nostra famiglia. Ci fa pensare ai tanti volontari che si dedicano generosamente a confortare e aiutare chi è nella sofferenza e nel disagio.
In questo momento i nostri pensieri ci portano subito nei territori dilaniati dalla guerra. Questo episodio ci insegna anche a lasciarci aiutare con umiltà, se ne abbiamo bisogno.
I Pietro 4, 13 Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Invocazioni

A portare ogni giorno la nostra croce. Aiutaci, Signore.

A riconoscere che il giogo che portiamo non è più grave di quanto possiamo sopportare. Aiutaci, Signore.

Ad essere consapevoli che Tu sei accanto a noi e a trovare sempre in Te la fonte della Vita Nuova, anche quando la sofferenza sembra privare la nostra vita di un senso. Aiutaci, Signore.

A farci prossimi a chi porta la propria croce, come fece Simone di Cirene. Aiutaci, Signore.

Matteo & Giulia

C.  Padre nostro ...

VI^ Stazione - Veronica asciuga il volto di Gesù

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Il mio cuore ripete il tuo invito: Cercate il mio volto! Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,8-9).

Meditazione

La Veronica è il simbolo di una umanità che ancora  riesce a sentire la sofferenza, la solitudine e il dolore altrui, portando  consolazione. E’ la donna che con pietà va ad asciugare il volto del Cristo pieno di sangue e lacrime. Il volto di  Gesù uomo.

Proprio da questo suo gesto umile, tenero e delicato riceve  il dono  più alto: guardare il volto di Gesù che attira a se.  Dove cercare il tuo volto, dove trovarti oggi, Signore Gesu? Oggi noi tutti vediamo molti volti sofferenti, umiliati, doloranti, disperati ed in essi con difficoltà riusciamo a vedere il tuo  volto Signore, che troppo spesso ci rimane velato, nascosto. Sappiamo di dover ancora camminare a lungo per poter vedere la luce del tuo volto, per illuminare le nostre chiusure,  contemplare la tua bellezza e ricevere, finalmente, la consolazione del cuore.

Invocazioni

Per coloro che portandosi orrore e disperazione nel cuore fuggono o convivono con le guerre, con il volto ed il cuore segnati dalla sofferenza. Signore, mostraci il tuo volto.

Per i carcerati, che vivono la privazione della libertà, degli affetti, della socialità e troppo spesso anche le umiliazioni della nostra società, che li giudica per ciò che hanno sbagliato e non li aspetta per ciò che potranno fare. Signore, mostraci il tuo volto.

Per i malati, soprattutto per quanti vivono momenti difficili, per il proprio stato di salute che mette in pericolo la loro stessa esistenza e gli affetti costruiti nel corso della vita. Signore, mostraci il tuo volto.

Per le persone che a causa della solitudine e della mancanza di dialogo nel seno stesso della famiglia e nella comunità, versano lacrime amare. Signore, mostraci il tuo volto.

Maurizio & Grazia

C.  Padre nostro ...

VII^ Stazione - Gesù cade la seconda volta

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. (Gv 12,24-26).

Meditazione

Cadere è un verbo che ci fa paura, veder cadere Gesù per la seconda volta ci riempie di angoscia, ci mette di fronte alle debolezze dell’uomo che, nonostante gli sforzi e sebbene memore delle proprie cadute, può cadere ancora molte altre volte. Gesù è uomo fino in fondo, sperimenta il fallimento, cade sotto il peso della croce, del dolore, dell’ingiustizia, della cattiveria. Ma nonostante tutto questo, non teme di cadere, si affida al Padre. Cadere infatti è anche il verbo del seme, che se non casca in terra e non muore non può dare frutto.

Cristo nella sua passione ci mostra come affrontare i nostri fallimenti: avendo la forza di rialzarci, perché anche nelle cadute non siamo soli, Dio è con noi, e ci mostra il germoglio di speranza che nasce dalla terra di ogni nostro fallimento o errore.

Invocazioni

Signore donaci il coraggio di rialzarci e non darci mai per vinti. Ascoltaci o Signore.

Signore aiutaci ad affidarci a te ed al progetto che hai su ognuno di noi. Ascoltaci o Signore.

Signore ti preghiamo per sorella provvidenza che ci prende per mano nei momenti più bui. Ascoltaci o Signore.

Ti ringraziamo per tutti i frutti germogliati nelle nostre vite. Ascoltaci o Signore.

Luca & Simona

C.  Padre nostro ...

VIII^ Stazione - Gesù incontra le donne di Gerusalemme

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli"." (Lc 23, 27-28).

Meditazione

Quante donne sulla strada della croce e quanti pochi uomini. Perché? Eppure gli uomini sono più forti fisicamente. Ma non tutti sono preparati alla sofferenza. Le donne sanno cos’è il dolore e se ne prendono cura. Sono donne di fedeltà e di coraggio, che non si lasciano intimorire dalle guardie né impressionare dalle ferite e dal corpo martoriato di Gesù. Sono pronte a incontrarlo e a condividerne la sofferenza.
«Non piangete su di me, ma piangete su voi stesse.» Piangete per tutte le donne di ogni età e colore, di ogni lingua e religione. Piangete per le donne che sono vittime di abusi, di violenze, di emarginazione. Per queste donne piangete!
«… ma piangete …sui vostri figli».

Il pianto delle donne di Gerusalemme è soprattutto un pianto di mamme che soffrono per un loro figlio. E’ soltanto un rivolo del fiume di lacrime versato da tutte le mamme che piangono per la morte di un figlio, per i figli che non trovano lavoro, per i figli umiliati per qualche loro diversità, per i figli drogati, alcolizzati o assassini. Cosa potrà mai dare conforto a queste donne?

Invocazioni

Signore Gesù, chiedi a tua madre di essere lei la consolatrice di tutte le mamme che piangono. Ascoltaci o Signore.

Signore Gesù, chiedi a tua madre di essere lei la speranza di tutte le mamme che soffrono. Ascoltaci o Signore.

Signore benedici le lacrime versate da tutte le mamme per i loro figli. Ascoltaci o Signore.

Signore benedici la dedizione che le mamme offrono incondizionatamente ai loro figli. Ascoltaci o Signore.

Paolo & Letizia

C.  Padre nostro ...

IX^ Stazione - Gesù cade la terza volta

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. (2Cor 5,14-15).

Meditazione

Grazie, Signore. Oggi sono qui a renderti grazie per il dono della mia comunità. Forse qualche anno fa non lo avrei fatto, neanche ci pensavo. Con mio marito Carlo, che si sta preparando al diaconato, faccio parte del gruppo delle giovani famiglie da sei anni. Ci vediamo una domenica al mese e poi, in diverse occasioni, ci ritroviamo per pregare o per stare un po’ insieme. Alcuni di noi curano anche la preparazione dei genitori al battesimo dei figli. Da tempo è cambiato qualcosa. La nostra parrocchia è stata sempre attiva, con tante iniziative, forse anche troppe.

Ognuno pensava al suo percorso, al suo gruppo, al suo “io”. E quante cadute ci sono state, tra invidie, giudizi, gelosie. Abbiamo lavorato nella stessa vigna ma a distanza gli uni dagli altri, non godendo quindi degli stessi frutti. Da qualche tempo il parroco ha proposto momenti comuni, di ascolto della Parola, di adorazione e di condivisione tra noi. Sono incontri semplici, ma belli, intensi, in cui abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci, di stimarci, di volerci bene.

Don Franco ci ripete spesso che dobbiamo aprirci ad un “noi” più grande. È stato bello, ad esempio, collaborare con la Caritas coinvolgendo le giovani famiglie, compresi i genitori che preparano il battesimo dei figli. Guardando fuori dalle mura della parrocchia, siamo stati aiutati a guardarci dentro e a riconoscerci tra noi. Ne parlavamo stasera con Fabio e Alessandra, che non vedono l’ora di battezzare Leonardo a Pasqua.
Grazie, Signore, perché hai allargato il nostro cuore, per avere un “noi” più grande.

Laura e Carlo

C.  Padre nostro ...

X^ Stazione - Gesù è spogliato delle vesti

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. (Sal 22,19).

Meditazione

Si spartirono le sue vesti tirandole a sorte”. Anche se non è direttamente specificato nella Bibbia, ho sempre immaginato, un po’ perché l’arte a volte ha rappresentato questa scena così, un po’ perché gli antichi romani erano soliti giocare con i dadi, che il “tirare” a sorte fosse attraverso, appunto, un gioco di dadi, che rappresentano in maniera tangibile ciò che è incerto, aleatorio ed imprevedibile.

Eppure, questa casualità rientra all’interno di un disegno ben specifico: tirando a sorte, infatti, i soldati adempiono alle scritture. Un incerto che paradossalmente conferma quella certezza che è l’amore di Dio nei confronti degli uomini e che si traduce nel sacrificio di Suo figlio Gesù per noi. Chissà quei soldati quanto fossero consapevoli di essere una parte così importante di questo disegno? E noi?

Quante volte capita di sentirci in balia degli eventi, come se la vita fosse guidata da un tiro di dadi? Quanta fiducia abbiamo nel fatto che anche quel lancio, che anche quell’imprevedibilità, comunque ricada all’interno di una certezza di Amore? Un Amore che, anche nei momenti più incerti della nostra vita ci ricorda non solo che abbiamo un Padre che, premuroso, segue i nostri passi (anche a distanza, come si fa con i figli per permettergli di crescere), ma che siamo anche circondati dai nostri fratelli in Cristo, con i quali possiamo fare quell’esercizio di affidamento che Gesù, sulla croce, ha deciso di regalarci.

Nel momento di incertezza maggiore, infatti, dove anche Dio sembra averlo abbandonato, la risposta è l’affidare il proprio spirito nella sua totalità. E noi siamo ancora capaci, in un mondo dove a volte si ha l’illusione di poter conoscere e prevedere tutto, di poterci affidare anche quando non comprendiamo? Di poter amare anche nelle difficoltà?

Invocazioni

Perché nell'incertezza di questi momenti ognuno possa trovare la propria strada. Ascoltaci o Signore.

Perché l’amore per il prossimo ci aiuti ad affrontare al meglio le difficoltà in cui ci imbattiamo ogni giorno. Ascoltaci o Signore.

Perché possiamo riscoprire la bellezza della fiducia. Ascoltaci o Signore.

Perché la certezza di Dio entri a far parte del nostro quotidiano. Ascoltaci o Signore.

Stefano & Giulia

C.  Padre nostro ...

XI^ Stazione - Gesù è inchiodato sulla croce

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”. Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo”. (Matteo. 27, 37-42).

Meditazione

Gesù è inchiodato sulla croce. Coscientemente prende su di sé tutto il dolore della crocifissione. Tutto il suo corpo è martoriato; le parole della Scrittura si sono avverate: “Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori” (Is 53, 3s). Fermiamoci davanti a questa immagine di dolore, davanti al Figlio di Dio sofferente. Guardiamo a lui nei momenti della presunzione e del godimento, in modo da imparare a rispettare i limiti e a vedere la superficialità di tutti i beni puramente materiali. Guardiamo a lui nei momenti di calamità ed angoscia, per riconoscere che proprio così siamo vicini a Dio.

Cerchiamo di riconoscere il suo volto in coloro che tenderemmo a disprezzare. Dinanzi al Signore condannato, che non volle usare il suo potere per scendere dalla croce, ma piuttosto sopportò la sofferenza della croce fino alla fine per donarci la vita vera, lasciamoci inchiodare a lui, non cedendo a nessuna tentazione di staccarci e di cedere a quelle che vorrebbero indurci a farlo.

Invocazioni

Aiutaci a non fuggire di fronte a ciò che siamo chiamati ad adempiere. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci a farci legare strettamente a te. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci a smascherare la falsa libertà che ci vuole allontanare da te. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci a trovare nello stretto legame con te la vera libertà. Ascoltaci o Signore.

Aldo & Rita

C.  Padre nostro ...

XII^ Stazione - Gesù muore in croce

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. (Lc 23, 44-49).

Meditazione

Siamo abituati a vedere la morte come qualcosa di brutto: come tutte le cose ignote, ci spaventano, ci creano disagio, ci sembrano spiacevoli, inopportune. Invece, da qualche parte, è una cosa che potrebbe essere… bella. Nello specifico, la morte di Gesù è un momento cruciale per la storia dell’umanità, un passaggio obbligato verso l’annuncio e la rivelazione della risurrezione. Da qualche parte, è una cosa bella… come un parente, uno “zio d’America”, che ti lascia una grande eredità quando muore. Il trapasso della persona cara è triste, doloroso, ma si può vivere con serenità, con il conforto che stia andando incontro al Signore. Proprio perché è un “tra-passo”, un passaggio verso la vita eterna.

La morte di Gesù non è la fine della sua storia, bensì l’inizio: in quel preciso momento il seme muore ed è grazie a questa morte che diventa una grande pianta, una croce di legno che diventa albero salvifico, sotto i cui rami vanno a ripararsi gli uccelli. La missione per la quale è venuto sulla terra ha raggiunto il suo scopo; dopo aver preso parte alle sofferenze del mondo, finalmente, con la
morte, Gesù smette di soffrire e torna al Padre. Quando si strappa il velo del tempio, è come una liberazione, come se potesse finalmente rivelare: ecco, sono di tutti.

Gesù dice anche al ladrone: “Oggi sarai con me nel Paradiso”. In quello stesso giorno apre un varco per il ladrone, e per tutti noi. Come spiega don Tonino Bello in un’omelia, "Gesù ci dice che la morte è uno stato transitorio e non permanente, che è un portone d’ingresso nella vera vita e non un cancello d’uscita".

La vera vita, questa grande eredità che ci è stata promessa … per chi è? Per tutti. Innanzitutto, per quelli considerati “cattivi”, i peccatori: i primi ad accoglierlo, infatti, e ad essere testimoni della sua morte sono i suoi stessi persecutori. Il centurione che gli sta vicino proclama il suo primo atto di fede: “Veramente quest'uomo era giusto”. È un momento di stupore, per lui, ma anche di rivelazione, perché riconosce la profonda bellezza di quest’uomo, mentre gli altri, i suoi seguaci, stanno lontani a guardare tutto questo, forse scandalizzati, delusi o smarriti. Anche noi possiamo chiederci da quale distanza osserviamo questa scena, cosa rivela il nostro sguardo su quest’uomo morente: sconforto e senso di colpa, o speranza e rendimento di grazie?

Invocazioni

Signore Gesù, aiutaci a vedere, in questo tempo di oscurità e di turbamento, la Tua grazia. Ascoltaci o Signore.

Signore Gesù, ti rendiamo grazie per il tuo sacrificio per mezzo del quale abbiamo ricevuto in eredità la vita eterna. Ascoltaci o Signore.

Signore Gesù, in quest’ora così buia mostra a tutti i popoli la via della salvezza. Ascoltaci o Signore.

Antonio & Maria Livia

C.  Padre nostro ...

XIII^ Stazione - Gesù è deposto dalla croce

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vi erano pure a distanza molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra le quali era Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. E fattasi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, che era anche lui discepolo di Gesù: costui, presentatosi a Pilato, gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che gli fosse consegnato il corpo. (Mt 27,57-61).

Meditazione

Gesù, morto, ha finito di soffrire. La sofferenza della madre continua. Maria ha fra le braccia il corpo del Figlio senza vita, figura della sofferenza indicibile di tutte le mamme che devono seppellire il frutto del proprio seno. Come Gesù apre sulla croce le braccia agli uomini che ingiustamente lo uccidono, così Maria, con il corpo di Gesù fra le braccia, diviene la madre di tutti gli uomini e le donne della storia, che pure, con il loro peccato, le hanno ucciso il figlio.

Invocazioni

La morte di un figlio per i genitori è inaccettabile e incomprensibile. Dacci la forza di professare la Fede in Te, dacci la forza di andare avanti. Ascoltaci o Signore.

Ogni violenza genera violenza; l’odio genera odio; morte genera altra morte. Aiutaci a spezzare questa catena diabolica, in atto in tutte le guerre. Conducici alla riconciliazione e al perdono. Ascoltaci o Signore.

Francesco & Huberta

C.  Padre nostro ...

XIV^ Stazione - Gesù è deposto nel sepolcro

C. - Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
T. - Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. (Gv 19,39-40).

Meditazione

E’ la fine. Non c’è più speranza, anzi dopo la speranza, l’entusiasmo, la condivisione, il cammino insieme ecco lo sgomento, l’incredulità, la paura. Tre anni al seguito di un Maestro che credevano figlio di Dio, ora lo vedono sepolto come un comune uomo. Tre giorni prima gli apostoli entravano festanti in Gerusalemme al seguito del Maestro, ora sono smarriti e confusi. Anche a noi capita di passare velocemente dalla felicità o semplicemente dalla serenità all’angoscia, al timore, al pessimismo.

Ci deve far riflettere che spesso ci accorgiamo della passata felicità solo quando un evento ci porta nell’infelicità. Quando gli apostoli hanno piena coscienza che Gesù è vero Dio e vero uomo, iniziano il loro cammino di testimonianza che è arrivato fino a noi. Il sepolcro, quindi, non è la fine, ma un passaggio verso la casa del Padre aperto da Gesù per tutti noi.

Invocazioni

Aiutaci a testimoniare con la nostra vita e le nostre scelte il nostro essere cristiani. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci a ricordare di rendere grazie per le persone che ci hai messo accanto e per quel che abbiamo. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci ad accettare con serenità ed affrontare con fede le prove che la vita ci propone. Ascoltaci o Signore.

Aiutaci a renderci sensibili e disponibili verso chi è in difficoltà. Ascoltaci o Signore.

Roberto & Alessandra

C.  Padre nostro ...

 

 

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