Vorrei essere una porta: cronaca del pellegrinaggio giubilare
Pellegrinaggio della parrocchia alla Basilica di San Paolo Fuori Le Mura
Redazione Parrocchia San Gaetano 03/04/2025 0
“Bella esperienza comunitaria, grazie Padre Umberto.”
“Grazie, Padre Umberto, è stato un Giubileo bellissimo e poi tutti in famiglia."
“Grazie, padre Umberto, un momento di condivisione e spiritualità bellissimo.”
“Una bella mattinata di comunità in preghiera, grazie a tutti.”
“Complimenti al gruppetto di ragazzini, che sono stati davvero angelici!”
E gli angelici ragazzini: “Passando la porta Santa ci siamo emozionati e poi quello che ci ha colpito tanto sono stati i ritratti dei Papi e la grandezza della Basilica“ e anche gli auricolari, aggiungono le catechiste.
Questi i commenti arrivati nelle varie chat dopo l’esperienza del Giubileo parrocchiale di sabato 22 marzo alla Basilica di San Paolo. All’invito del parroco hanno risposto in tanti, più di 200 persone e soprattutto molte famiglie, dai nonni ai nipotini, che hanno proprio trasmesso l’immagine della nostra comunità.
Un Giubileo preparato da tempo sia nella messa parrocchiale delle 10,30 con le pillole di Padre Umberto, sia nei gruppi di catechismo, momenti in cui sono stati messi a fuoco gli aspetti storici, ma soprattutto i temi della Misericordia di Dio Padre e della Speranza. La preparazione poi è continuata durante il viaggio in pullman dove, quattro persone appositamente scelte per le loro capacità comunicative, hanno presentato la figura di San Paolo e alcuni aspetti della Basilica scelta come meta del pellegrinaggio.
Molto sentito ed emozionante è stato il cammino all’interno del chiostro della Basilica per arrivare alla Porta Santa, animato dai canti del coro parrocchiale, piccolo pellegrinaggio durante il quale sono stati proposti per la riflessione di tutti brani evangelici e salmi.
Poco prima del passaggio gli adulti hanno pregato con queste parole:
Vorrei essere una porta chiusa a invidia e avidità, aperta al dono ed all’offerta.
Vorrei essere una porta che allontana freddo e gelo, che protegge e fa incontrare.
Vorrei essere una porta chiusa all’egoismo, aperta all’amore del prossimo e alla comprensione.
Vorrei essere una porta che a te, Signore, offre una casa ed agli altri, amore, tempo e sicurezza,
così che, quando verrai e busserai alla mia porta, mi troverai sempre vigilante.
Invece i ragazzi hanno pregato così:
Gesù, tu sei la vera porta e attraverso di te posso incontrare Dio.
Grazie di avermi perdonato. Essere perdonati è bello.
È ricevere un grande abbraccio da Te e dal Padre.
Donami di essere anche io, in questo Giubileo, una piccola porticina,
attraverso cui i miei familiari ed i miei amici possonoincontrarti
e conoscere com’è bello averti accanto sempre.
Aiutami ti prego a non dimenticare mai che, come il Padre ha sempre perdonato,
così anche io devo imparare a perdonare gli altri per riaccendere in tutti la speranza e la pace.
Amen.
Nella Basilica poi è stata celebrata l’Eucarestia presieduta da don Rafael, giovane sacerdote brasiliano che nel pomeriggio ha anche incontrato i genitori dei ragazzi del catechismo, mentre i figli erano impegnati in un momento di riflessione quaresimale.
La foto di gruppo di rito ha concluso questo intenso momento di spiritualità comunitaria che molti hanno chiesto di replicare a Settembre.
Giovannella
Potrebbero interessarti anche...
Redazione Parrocchia San Gaetano 04/06/2022
Ma com’è vestito Dio? Risponde il “Sinodo dei Bambini” di San Gaetano
Tutti i grandi pittori nel rappresentare Dio Padre, a seconda delle circostanze, l’hanno vestito o ispirandosi alle usanze ebraiche, oppure alla moda del loro tempo. E così hanno fatto anche i ragazzi del primo anno di catechismo, raffigurandolo con tuniche ed aureole, ma anche in calzoncini da calciatore, immaginandolo mentre sbuca dalle nuvole tendendo le braccia verso gli uomini oppure mentre cammina per le strade di un mondo coloratissimo.

cliccare sull'immagine per ingrandirla
Ma in tutte queste raffigurazioni così diverse e fantasiose c’è sempre un elemento in comune: Dio ci è vicino e sorride, sorride, sorride con amore, tanto che pensando a lui si può disegnare anche solo un cuore festoso.
Con questi disegni esposti nell’atrio della Chiesa, Domenica 29 Maggio i bambini hanno risposto alla domanda: "Come immagini Dio?" che le catechiste hanno posto loro alla fine dell’anno per far vivere anche ai più piccoli lo spirito di riflessione che caratterizza questa prima fase del Sinodo diocesano. E se Dio sorride, la richiesta: “Cosa vuol dire essere misericordioso?“ coincide sempre con la capacità di perdonare, come il Padre ha fatto con il figlio… scapestrato.

cliccare sull'immagine per ingrandirla
E amore e perdono ritornano anche negli stemmi ideati dai ragazzi del secondo anno nel ritiro che precede la Prima Comunione: a loro gli stemmi sono stati proposti come sintesi del loro programma di vita cristiana, prendendo ispirazione da una frase pronunciata dal Beato Carlo Acutis presentato ai bambini nel corso dello stesso ritiro. Amare i nemici è la scelta che compare più spesso, una scelta davvero impegnativa che si affianca a quella di pregare il Padre nel segreto. Tra tutti però colpisce, anche perché rappresenta una scelta unica, lo stemma in cui è raffigurata la lavanda dei piedi in cui il messaggio dello spirito di servizio è stato pienamente recepito. In questa sezione della piccola mostra sono stati inseriti anche gli stemmi di Papa Francesco e del Cardinale Vicario, mons. Angelo De Donatis.

cliccare sull'immagine per ingrandirla
Infine, colorate, ma impegnative le immagini della Comunione disegnate poco prima di ricevere il sacramento: dominante ovviamente la raffigurazione dell’Ostia consacrata, del pane e del vino, della Messa, ma non mancano spunti interessanti in cui un sacerdote porge l’ostia sormontata da un cuore e in cui il simbolo della croce è unito alla festa per la Resurrezione.
L’ambientazione evangelica della vite e dei tralci, ideata da Barbara, ha sottolineato la volontà di rimanere uniti al Signore presente in questi messaggi.

cliccare sull'immagine per ingrandirla
Giovannella
Redazione Parrocchia San Gaetano 09/10/2024
Credere oggi: il percorso di quest'anno
Mercoledì 23 ottobre riprenderemo il nostro cammino dentro il Credo.
Il Credo ricorda a tutti le centralità della fede cristiana: Dio, Gesù Cristo Figlio, Lo Spirito Santo e la Chiesa.
Quest’anno porremo alla nostra attenzione la parte centrale dell’antica formula apostolica (anche detta Simbolo apostolico), quella incentrata sulla figura di Gesù il Cristo, il Figlio di Dio.
Lo scorso anno abbiamo iniziato il percorso riflettendo sul Credo ed il credere, su Dio, Padre, Onnipotente e Creatore. Chi ha partecipato ha potuto tornare a riflettere sulla nostra fede cristiana, sulle basi che l’hanno costruita e ancora oggi la sorreggono. Per tutti ricordo che gli incontri sul Padre possono essere ancora visti sul sito della parrocchia (cliccare qui).
Tutti noi della comunità cristiana di San Gaetano, così come tutta la Chiesa, abbiamo bisogno di riscoprire su quali basi la comunità composta da qualche decina di persone, rimaste fedeli al Cristo dopo la sua morte, abbia potuto trasformarsi in un popolo che ha camminato per 20 secoli nella storia della nostra umanità, continuando ad annunciare il Signore ed il suo Vangelo.
Il fondamento di questo popolo, di noi cristiani, e della sua capacità di rimanere nella storia, è da cercare esclusivamente nella scrittura, in Gesù e la sua Parola.
E proprio questo fondamento che la comunità di San Gaetano cerca di riproporre al centro della fede e della vita di ognuno di noi: ripensare la nostra fede cristiana, tornando alla radice di essa, non come ripetizione di concetti e formule che si tramandano nel tempo perdendo sovente, nel percorso, valore ed efficacia, bensì come recupero di radici profonde, cercando di rimettere in gioco convinzioni spesso vacillanti e non più sicure; riascoltando, riflettendo, pregando su di esse.
La Chiesa di Roma ci ricorda che “La progressiva secolarizzazione della nostra società ci porta a vivere in una cultura che, pur mantenendo alcuni aspetti e tradizioni cristiane, è di fatto distante dal Vangelo. Per molti il messaggio cristiano non è qualcosa di sbagliato da combattere, ma semplicemente irrilevante: la nostra tradizione e i simboli religiosi sembrano aver perso la capacità di trafiggere i cuori, di render inquieti e recettivi; il linguaggio che usiamo sembra non essere più in grado di comunicare; la visione cristiana della storia sembra non fornire più la grammatica per interpretare la vita e oggi alcune categorie fondamentali (come salvezza, vita eterna, grazia, peccato) suonano come parole vuote. È quindi urgente ripensare e ridire la fede, cioè fare teologia, che non è faccenda riservata a preti e vescovi, ma è pensare la realtà da credenti e vivere la fede da esseri pensanti” (Diocesi di Roma - Linee guida per il cammino pastorale 2024/25).
L’invito è rivolto a tutti: credenti praticanti, credenti tiepidi nella fede e poco praticanti, scettici e sfiduciati dalla fede e dalla Chiesa, genitori dei bambini del catechismo di comunioni e cresime, prossimi sposi. Un invito che ci interpella e ci coinvolge tutti, lontani e non credenti che intendono ascoltare “cosa dice il cristianesimo”.
Questo percorso, che facciamo comunitariamente, è guidato da don Francesco Cosentino, professore di Teologia Fondamentale presso l’Università Gregoriana di Roma. Chi lo ha ascoltato nei precedenti incontri ne ha potuto apprezzare la chiarezza nella esposizione, la capacità di attualizzare i contenuti, di lasciare a tutti spunti di riflessione ed interrogativi.
È un’opportunità di mettersi in ascolto, di lasciarsi interrogare e stupire dalla forza Credo.
Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 19,00 per concludersi entro le 20,15.
Maurizio Giagnoli
Parrocchia San Gaetano 05/12/2021
Seconda Domenica di Avvento
Lc 3, 1-6
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».